Crocevia di idee – Una rubrica di ANCE FVG – “Guidare il cambiamento, non inseguirlo: la lezione di Benasayag sull’IA”
L’intranquillità nell’epoca dell’intelligenza artificiale: una chiave di lettura utile anche per le costruzioni
Segnaliamo l’intervista a Miguel Benasayag, filosofo e psicoanalista, a cura di Enrico Comes e Daniele Molteni, pubblicata su Pandora Rivista.
Link all’articolo completo: https://www.pandorarivista.it/articoli/l-intranquillita-nell-epoca-dell-intelligenza-artificiale-intervista-a-miguel-benasayag/
L’intelligenza artificiale non è soltanto un tema tecnologico. È uno dei passaggi più delicati e trasformativi del nostro tempo e riguarda in modo diretto anche il comparto delle costruzioni. Non si limita infatti a introdurre nuovi strumenti: modifica il modo di progettare, organizzare, comunicare, prendere decisioni e costruire.
Benasayag ricorda che il rapporto tra esseri umani e tecnica è antico: da sempre deleghiamo funzioni a strumenti esterni. Oggi, però, questa delega ha assunto una dimensione nuova, continua e pervasiva. L’“iperfunzionamento” tecnologico contemporaneo non si limita ad aiutarci: plasma le nostre percezioni, i nostri ritmi di lavoro, la nostra capacità decisionale.
Per il mondo delle costruzioni questo fenomeno è particolarmente rilevante. Dal BIM all’analisi dei dati, dalla sicurezza alla gestione dei cantieri, l’IA sta entrando in ogni segmento della filiera.
La vera domanda, dunque, non è se adottarla, ma come farlo senza subirla.
Secondo Benasayag, la fase storica che viviamo è segnata da una frenesia costante: accelerazioni, aggiornamenti continui, trasformazioni rapide. Una condizione che il nostro settore conosce molto bene. La risposta, tuttavia, non può essere una rincorsa cieca alla tecnologia.
Il filosofo propone una postura diversa: l’“intranquillità”.
Un’inquietudine vigile, non ansiosa:
non paura,
non resistenza,
ma una forma di attenzione attiva che permette di abitare il cambiamento senza esserne travolti.
Per le imprese di costruzione, questo significa:
non delegare tutto all’IA, ma scegliere con consapevolezza cosa trasferire alla macchina;
non usarla per aumentare la frenesia, ma per migliorare la qualità delle decisioni;
non attendere il futuro, ma contribuire a costruirlo con una visione condivisa.
La sfida è prima di tutto culturale.
E riguarda ogni imprenditore che vuole rimanere protagonista in un contesto dove la tecnologia è sempre più parte integrante del lavoro quotidiano.