L’Italia sta affrontando sempre più spesso situazioni di emergenza idrica. Ma possiamo davvero chiamarle emergenze se si ripetono con una frequenza crescente?
Non è solo il clima estremo a metterci alla prova, ma un sistema infrastrutturale che disperde quasi il 40% dell’acqua e una governance frammentata che rallenta gli interventi. Mentre il cambiamento climatico accelera, la nostra capacità di risposta è ancora bloccata in una gestione inefficiente e poco coordinata.
Serve un cambio di passo: possiamo permetterci di trattare l’acqua come una risorsa infinita quando non lo è? Possiamo ancora parlare di “stagioni secche” quando la siccità sta diventando una costante?
Se continuiamo a rincorrere le emergenze, rischiamo di non accorgerci che il vero problema è la nostra infrastruttura di pensiero, prima ancora di quella fisica.
Quali soluzioni vediamo per evitare che l’acqua diventi il nostro prossimo grande collasso?